Non si spiega altrimenti la predilezione dimostrata dai nostri giocatori più rappresentativi per il cucchiaio, che sanno utilizzare con tecnica sopraffina non solo a tavola, ma anche quando devono calciare un rigore decisivo.
Chiunque, in un momento così delicato, si affida alle certezze: una pigna devastante per buttare dentro palla e portiere insieme, o in alternativa un bel piattone all'angolino basso come ti insegnano fin dai Pulcini.
Chiunque, a parte i campioni dotati di genio assoluto e totale mancanza di comune buon senso.
In maglia azzurra, in anni recenti, ce ne sono stati due che in questo modo hanno preso per il culo i portieri avversari e al tempo stesso tutti noi tifosi italiani, incollati allo schermo con il rischio d'infarto a seguire per interminabili fotogrammi quel pallone che si avvia lentissimo, sghembo e floscio verso la rete, e sembra non voglia entrare mai.
Il primo è stato Totti, contro l'Olanda, nella semifinale gli Europei del 2000.
Il secondo Pirlo, con l'Inghilterra, ai quarti degli Europei del 2012.
Due rigori assurdamente indimenticabili, che ci hanno portato a due grandi vittorie.
E chissenefrega se qualche giorno dopo, in entrambi gli Europei, abbiamo perso la finale.
Ripensando a questi due campionati, noi italiani dimenticheremo in fretta il dessert indigesto che ci è rimasto sullo stomaco. Ci resterà invece per sempre impresso nel palato quel delizioso e inatteso sapore di minestra, che ci è stata servito su rigore con un cucchiaio raffinatissimo, degno delle tavole dei re.