Ho continuato ad amarlo perché ho avuto l'enorme fortuna di essere ragazzino negli anni in cui lui ha scritto meravigliose pagine di poesia calcistica.
E l'ho amato incondizionatamente fino ai suoi ultimi anni di carriera, al punto tale da svenarmi pur di acquistarlo al Fantacalcio, anche quando ormai era un po' acciaccato.
I miei avversari, durante quell'asta, mi hanno deriso con la superiorità di chi la sa lunga: "Tutti quei fantamiliardi buttati via per un vecchio? Bravo, per carità, ma giocherà sì e no dieci partite...E poi lo paghi come attaccante, ma segna come un centrocampista. Non ne vale la pena".
I tabellini dicono che negli ultimi quattro anni di carriera (dal 2000 al 2004), Baggio con la maglia del Brescia ha messo insieme 95 presenze e segnato 45 gol, mantenendo sempre la squadra lombarda in serie A e facendomi vincere il mio unico scudetto a Fantacalcio (2002/2003).
La cosa straordinaria era che, ogni domenica, avevo due ottimi motivi per esultare ad un gol del mio campione preferito: un'altra emozione da tifoso, e altri tre punti incamerati a Fantacalcio. Come quel primo aprile 2001, quando questo imprevedibile prestigiatore del pallone tirò fuori dal cilindro - al posto del solito coniglio - un pesce d'aprile guizzante e imprendibile per il malcapitato Van Der Saar. Uno dei suoi gol che mi hanno fatto godere - e fantagodere - di più.
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Vedo questo gol e penso...