giovedì 22 marzo 2012

Fantabaggio

Se non si fosse già capito, lo dichiaro pubblicamente: io amo Roberto Baggio. Ho iniziato ad amarlo per ispirazione paterna e "zierna", nel senso che mio papà e mio zio, che l'avevano visto giocare giovanissimo con il Lanerossi Vicenza, appena ho avuto la capacità di intendere e di volere mi hanno spiegato che lui era un vero fuoriclasse, il calciatore vicentino di nascita più talentuoso che si fosse mai visto sul prato del Menti.
Ho continuato ad amarlo perché ho avuto l'enorme fortuna di essere ragazzino negli anni in cui lui ha scritto meravigliose pagine di poesia calcistica.
E l'ho amato incondizionatamente fino ai suoi ultimi anni di carriera, al punto tale da svenarmi pur di acquistarlo al Fantacalcio, anche quando ormai era un po' acciaccato.
I miei avversari, durante quell'asta, mi hanno deriso con la superiorità di chi la sa lunga: "Tutti quei fantamiliardi buttati via per un vecchio? Bravo, per carità, ma giocherà sì e no dieci partite...E poi lo paghi come attaccante, ma segna come un centrocampista. Non ne vale la pena".
I tabellini dicono che negli ultimi quattro anni di carriera (dal 2000 al 2004), Baggio con la maglia del Brescia ha messo insieme 95 presenze e segnato 45 gol, mantenendo sempre la squadra lombarda in serie A e facendomi vincere il mio unico scudetto a Fantacalcio (2002/2003).
La cosa straordinaria era che, ogni domenica, avevo due ottimi motivi per esultare ad un gol del mio campione preferito: un'altra emozione da tifoso, e altri tre punti incamerati a Fantacalcio. Come quel primo aprile 2001, quando questo imprevedibile prestigiatore del pallone tirò fuori dal cilindro - al posto del solito coniglio - un pesce d'aprile guizzante e imprendibile per il malcapitato Van Der Saar. Uno dei suoi gol che mi hanno fatto godere - e fantagodere - di più.


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Vedo questo gol e penso...